Letture al Festival delle diversità

Il Parco di San Giovanni è l’ex sede dell’ospedale psichiatrico dove Basaglia ideò la legge che decretò la chiusura di tali strutture e qui non mi dilungo sull’argomento, non è di mia competenza. Ma il posto, alla faccia di quanto si possa immaginare, e di ciò che si è sedimentato nella mia memoria, ora il posto dicevo, è splendido, 22 ettari di verde e alberi centenari. Architetture rimesse a nuovo, casette gialle, travature, colonnati, portici e porticati, e piazzette, sentieri, viuzze, camminamenti tra i roseti, musei, mostre, sedi universitarie.

Da bambina, quando di sera mio papà imboccava con l’auto la sequenza di tornanti che si inoltrano nel parco, per andare a prendere mia mamma che finiva il turno, mi accucciavo nel sedile e mettevo le chiusure alle portiere, scrutando il buio intorno a noi molto inquieta.
Perché mia mamma che lavorava nel reparto lungodegenti come infermiera, raccontava sempre storie paurose di colleghe che erano state picchiate (e non solo) e di notti in cui certi reparti erano stati praticamente presi in ostaggio da squilibrati col coltellaccio in mano, sì proprio in stile film dell’orrore. La mia mamma è molto brava a raccontare.

Poi molti anni dopo, durante gli anni di università alla facoltà di psicologia, ne avevo sentite di tutti i colori dalle persone che avevano lavorato con diverse mansioni in questo luogo. Tutte storie paurose insomma.

Mi sono riappacificata col parco qualche anno fa, visto che mio cugino ha discusso la sua tesi di laurea in uno di questi edifici, e vi hanno organizzato vari eventi interessanti. Ricordi brutti e ricordi belli, diciamo 10 a 3.

Però devo assolutamente ricredermi e dire che adesso qui è un piacere passeggiare e guardarsi intorno ammirati.

Chi è di Trieste troverà interessanti i seguenti video:
Quest’anno durante il festival delle diversità, (vi rimando a un paio di post più sotto) Bianca e Volta editore, ci ha organizzato tre giornate di lettura allo “spazio rosa”, che sarebbe l’ex garage delle ambulanze. Il giorno prima ho fatto un sopralluogo per capire dove sarei dovuta andare. Be’ si tratta di uno degli angoli più suggestivi, tra il roseto, la chiesetta e “il posto delle fragole”, che è un locale.

Ingrid ed io abbiamo avuto modo di leggere ad altri bambini (e molti adulti) sia “Capuceto Rosso” che il nuovo “Gato coi stivai” in triestino.

Dopo un venerdì poco convinto, il sabato e la domenica; nonostante un ritorno d’autunno con pioggia scrosciante, vento e freddo; ci ha raggiunte un folto pubblico. Ripeto sempre che non siamo lettrici professioniste ma ci mettiamo buona volontà e tanto coraggio. Io sono completamente estranea alle esibizioni in pubblico però mi butto, per il bene dei libri. Ingrid lavora nel coro del teatro e ha più dimestichezza, ma purtroppo non parla in dialetto e si sente, eppure anche lei si butta, poiché abbiamo constatato che la lettura a due voci risulta più vivace.



Un paio di foto e un mini video, per chi non è potuto venire.
Per vedere il parco, che merita, cliccate sui link presi da you tube.









Commenti

io adesso sono curiosissima: speriamo che blogger riprenda a funzionare!
BiancodiZinco Art ha detto…
questo blog è sempre più da spulciare, ci sono degli spunti interessanti e tantissimi link!!
:-)

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