Intervista a Roberto Pavanello


Sono nato a Milano, ma vivo in provincia di Varese.
Sono sposato e papà di tre figli.

Laureato in Lettere. Sono insegnante di Italiano alla Scuola Secondaria di I grado e da molti anni lavoro anche nell'ambito dell’editoria scolastica, sia come autore di testi per le medie e le superiori che come consulente editoriale. Per anni mi sono dedicato al teatro-ragazzi, collaborando con la cattedra di "Storia del Teatro e dello Spettacolo" dell'Università Cattolica. Dal 1990 mi occupo in particolare di "animazione della lettura". Nel 2000 ho esordito come autore per ragazzi.

Dal 2006 ho dato inizio alla fortunata serie comic-horror del pipistrello "Bat Pat",
le cui avventure sono ormai tradotte in numerosi paesi europei ed extraeuropei.
Nel 2011, invece, ho invaso le librerie con i folletti della serie "Flambus Green",
dedicata all'ecologia e ai problemi dell'ambiente.




1 Come mai ha deciso di scrivere anche per i bambini e i ragazzi?

Il fatto è che non ho affatto deciso. E' successo per caso. O meglio, per una naturale evoluzione delle cose. Io mi occupavo di teatro ragazzi prima (sono laureato in storia del teatro) ed ho sempre avuto a che fare con testi da leggere ad alta voce. Che fossero copioni, poesia o prosa, mi ha sempre interessato l'aspetto "sonoro" dei testi. Insomma, per me un bel testo deve anche avere un bel suono.
Purtroppo mi accorsi quasi subito che non erano molti gli autori che avessero questa attenzione, anche tra quelli per ragazzi. Così ho cominciato a scrivermi i testi da solo. Prima copioni per il teatro, poi storie e racconti in prosa, ma che fossero sempre "teatrali", belli cioè da ascoltare.
Finchè mi è capitato di farne leggere qualcuno ad un editore, in cerca di racconti per una nuova collana per bambini. Gli sono piaciuti e da lì è cominciata la mia avventura.

Comunque sono felice che sia andata così: anche Roald Dahl, che resta il mio autore per ragazzi di riferimento, è diventato scrittore per caso. E se tanto mi dà tanto...

2 Ci racconta quando scrive, il suo tavolo di lavoro e se preferisce la carta o il pc?

Se fossi libero di organizzare il tempo come piace a me, lavorerei sempre di mattina. Nelle quattro ore che vanno dalle 9 alle 13 io sono molto più intelligente e creativo che in tutto il resto del giorno! Ma non facendo solo lo scrittore, ma anche l'insegnante, le mie energie mattutine le spendo a scuola e così ho imparato a fare di necessità virtù e a lavorare a tutte le ore. Anche di notte se è necessario.

3 Ci sono delle consuetudini, situazioni o atmosfere che lei cerca di ritrovare o ricreare perché   aiutano il suo processo creativo?

No. Non ho particolari rituali o abitudini insolite. Mi bastano due condizioni: il silenzio e l'assenza dell'orologio. Del resto lo diceva anche Virgina Woolf: "Per scrivere un romanzo servono due cose.
Una stanza in cui rinchiudersi e qualcuno che ci mantenga per tutto il tempo in cui stiamo rinchiusi in quella stanza."

Sembra poco, ma il tempo e il silenzio sono due merci rare e preziosissime! E non solo per gli scrittori.

4 Qual è il racconto che spera un giorno di riuscire a scrivere?
   Quello che sente vorrebbe    raccontare e spera di essere in grado di tirar fuori.

Vorrei raccontare una storia avvincente in difesa dei bambini e delle loro ragioni. Una storia epica, avventurosa, commuovente, piena di colpi di scena e di personaggi memorabili. Una storia per dire a qualsiasi lettore che proteggere e aiutare i bambini a crescere bene è il migliore investimento che il mondo possa fare per il suo futuro. Sì, insomma, una storia che parli di futuro.

5 Ha mai sognato i personaggi che ha inventato? Le è mai capitato di parlare con qualcuno di loro mentre è da solo a casa e nessuno la può sentire?

Tutti i personaggi che ho raccontato li ho sognati. Oppure li ho incontrati per davvero, ma poi li ho rimodellati nei miei sogni. Ripeto spesso che le idee migliori per i miei libri mi sono arrivate nel dormiveglia.
Il che dimostra che inventare delle belle storie non è forse tutto merito nostro, ma anche di chi ha lasciato una traccia nella nostra mente. Quanto al parlare da solo, mi succede, ma, piuttosto che conversare con i miei personaggi, preferisco prestar loro la voce e leggere recitando le loro battute, per sentire come suonano.
E' molto divertente!

6 Sta lavorando a qualcosa in questo periodo?

Certo. Oltre a continuare la pubblicazione di nuovi episodi della serie di Bat Pat, che è ormai tradotta in otto lingue, ho appena presentato alla Fiera del libro di Bologna il primo episodio del folletto Flambus Green; una nuova serie, a sfondo ecologico, tratta da un mio precedente romanzo edito nella serie arancione di Piemme. E poi, come ho detto, c'è sempre qualche personaggio che viene a visitarmi nei sogni e mi chiede di raccontare la sua storia.

7 C’è qualcosa che vorrebbe lasciar detto in questa intervista? Una riflessione, un pensiero, un messaggio, ciò che preferisce, ci dica.

Una sola. Ringraziare e incoraggiare chi, nonostante tutto, trova che leggere sia ancora un modo splendido per trascorrere il tempo e per nutrire la mente.
Gli scrittori non servirebbero a niente se non ci fossero i lettori.
E, infine, vorrei lasciarvi l'indirizzo del mio sito, se qualcuno volesse venire a trovarmi: www. robertopavanello.it

Vi aspetto!

Il sito dell'autore www. robertopavanello.it

Se qualcuno, per qualsiasi motivo, volesse utilizzare anche solo in parte l’intervista presente in questo post, dovrà chiedere esplicita autorizzazione all’autore che ha fornito le risposte.




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