Intervista a Maria Loretta Giraldo


 
Maria Loretta Giraldo è nata a Vallonga, in provincia di Padova, dove si dice sia sepolto un carro tutto d’oro. Vive e lavora a Dolo, sulla Riviera del Brenta.
Ha pubblicato libri presso varie case editrici, italiane e straniere: Giunti, San Paolo, De Agostini, Fabbri, Fatatrac, Il Punto d’Incontro, Ta Chien Publishing, Acmebooks, Bohem press, Edizioni Messaggero.
Ha scritto varie storie per Il messaggero di ragazzi, ha collaborato con riviste specialistiche e le sue filastrocche sono pubblicate su molti libri di lettura e, cosa di cui va molto fiera, sull’enciclopedia I Quindici.


Come mai ha deciso di scrivere per i bambini e i ragazzi?

Due fortune! La prima è che ho una mamma che conosce una quantità di filastrocche, poesie, cante e conte. Una per ogni festa, una per ogni occasione.
La seconda è che sono stonata. Ebbene sì, sono molto molto stonata. E così ho imparato a canterellare tra me e me, e canterellando tra me e me ho scoperto il filo magico che lega le parole. Con questo filo si fanno giochi di filastrocche, e io adoro le filastrocche.
Non a caso il mio primo libro si chiama: Rime per tutto l’anno.

Ha mai sognato un personaggio che aveva inventato per una sua storia? 

No, non me ne ricordo. Succede piuttosto che un personaggio mi abbia svegliato nel cuore della notte, questo sì.
Del resto tra noi c’è sempre una grande confidenza. Ancora prima di descriverli, sulla carta, devo conoscerli alla perfezione. Sapere come parlano, come si muovono, cosa pensano, cosa mangiano. E loro devono conoscere me.
Solo dopo possiamo scegliere, insieme, il loro nome.

Ci racconta quando scrive, il suo tavolo da lavoro e se preferisce la carta o il pc?

Ho scritto molte delle filastrocche di L’arca Burlona sul retro degli scontrini della spesa, in auto, durante le soste ai semafori, mentre andavo in ufficio. (Non è colpa mia, le filastrocche sono fatte così, devi scriverle subito altrimenti scappano!)
Ma per altri libri ho fatto accurate ricerche in biblioteca. Per piccoli romanzi storici, o quando scrivo per Giunti Progetti Educativi che fa dei magnifici libri su vari argomenti. Ricerco, così non finisco mai di imparare.
Ma più spesso lavoro sul pc, fisso o portatile che sia e, pur avendo una stanza dedicata, uno studio diciamo, mi piace molto scrivere al tavolo di cucina, di mattina presto, davanti a una bella tazza di caffelatte.
  
Quando nasce un nuovo racconto?

Concordo con i bravissimi autori che hanno già mi hanno preceduto qui.
Spesso succede casualmente. A volte si tratta semplicemente del suono di parole sentite per caso, a volte di un’emozione che ti nasce dentro e che diventa incontenibile, a volte si tratta solo un pensiero birichino che ti arriva improvviso nella testa e che non ti lascia. Le storie trovano mille strategie per farsi raccontare.

Alcuni affermano che la letteratura per ragazzi è di serie B...

Qualcuno ha detto anche che chi fa una storia breve è un generoso, perché consuma in poche righe un’idea preziosa.
È così: ci sono libri per bambini che in poche pagine regalano concetti fondamentali. O preziosi sorrisi, o visioni che allargano la mente.
Libri che fanno bene anche agli adulti.

C’è qualcosa che vorrebbe lasciar detto in questa intervista? 
Un pensiero, una riflessione, un messaggio…

Sì! È qualcosa che ho detto spesso alle persone che ho incontrato nel mio lungo lavoro di orientatrice, ma anche ai miei figli e a me stessa:
Restare ancorati con i piedi per terra, senza però mai perdere d’occhio i propri sogni.
Si tratta di un augurio, più che di un consiglio.

Se volete scrivere all'utrice: marialoretta.giraldo1@virgilio.it

Se qualcuno, per qualsiasi motivo, volesse utilizzare anche solo in parte l’intervista presente in questo post, dovrà chiedere esplicita autorizzazione all’autore che ha fornito le risposte.

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