Intervista a Moony Witcher



Moony Witcher è lo pseudonimo di Roberta Rizzo,
giornalista e scrittrice nata a Venezia nel 1957.
Laureata in Filosofia presso L’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha insegnato nelle scuole medie e nei licei, ha frequentato come osservatrice le strutture psichiatriche, componendo studi e riflessioni sulla schizofrenia, grazie ad Umberto Galimberti, docente di Filosofia.

Dal 1985 inizia la carriera giornalistica che la porterà a ricoprire numerosi incarichi nei diversi quotidiani del Gruppo editoriale “L’Espresso”, per il quale ha svolto le mansioni di vice capo redattore e inviato di cronaca nera. Come inviato, ha seguito i fatti più cruenti che riguardano il disagio giovanile, la droga e l’emarginazione.

Nel 2002 pubblica con il nome d’arte Moony Witcher, il primo romanzo fantasy
"La bambina della Sesta Luna" che vende in Italia due milioni di copie ed è attualmente tradotto nel mondo in 32 paesi.

Dal 2004 è amministratore delegato della società “Sesta Luna srl” che organizza eventi e Corsi di Scrittura Creativa in tutta Italia per giovani e giovanissimi.
Nel 2007 e 2008 con Sesta Luna promuove il primo festival per ragazzi dedicato alla creatività, il “Fantasio Festival-Fantasio Giovani”.


Come mai ha deciso di scrivere per i bambini e i ragazzi?

Perché è dall’infanzia che si costruisce il futuro di una persona. - “L’immaginazione, la creatività, la ricerca del sapere, l’enorme curiosità di capire e conoscere sono tutti fondamenti che accomunano ogni essere umano. Scrivere per bambini e ragazzi è una sfida, una conquista, una gioia. Per questo uso la penna e spero di donare storie avventurose, interessanti e che facciano riflettere sul senso dell’amicizia, dell’amore”.

Qual è il racconto che spera un giorno di riuscire a scrivere? Quello che sente vorrebbe raccontare e spera di essere in grado di tirar fuori.

“Ciò che scrivo ora è ovviamente quello che da tempo penso. Riesco a scrivere ciò che voglio. Non ho sogni irrealizzati nel cassetto. Ma solo idee e pensieri che di anno in anno riesco a concretizzare”.

Ci racconta quando scrive, il suo tavolo da lavoro e se preferisce la carta o il pc?

“Scrivo rigorosamente in un angolo della camera da letto. Ho una vecchissima scrivania colma di ogni oggetto: dalle clessidre alle candele, da montagne di libri di filosofia, psicologia, storia, fisica, chimica, dizionari di varie lingue, cartelline di appunti, disegni, schizzi, penne, matite, inchiostri, colori, gomme, occhiali, posaceneri e accendini con pacchetti di sigarette, ninnoli, amuleti, carillon, risme di carta, blocchetti vecchi e nuovi, svegliette, etc etc.
Insomma, scrivo nel caos. Nel mio caos. Non permetto a nessuno di spolverare o toccare nulla. Spesso scrivo usando fogli grandi, matite e penne di diverso colore. Poi, quando mi sento pronta, allora inizio a scrivere su computer”.

Ci sono delle consuetudini, situazioni o atmosfere che cerca di ritrovare o ricreare perché aiutano il suo processo creativo?

“Prima di tutto i viaggi. Poi ascolto molta musica, prevalentemente classica ma non disdegno altri generi. Accendo candele e incensi e naturalmente esigo silenzio assoluto. Tollero solo il miagolio dei miei gatti e gli strilli dei pappagalli. Leggo e scrivo normalmente di notte.”


Sta lavorando a qualcosa in questo periodo?

“Sì, dopo il terzo libro di Morga, che uscirà il 2 novembre 2011, sto iniziando a scrivere un’altra nuova trama. Ma non posso dire nulla. Sto studiando molte materie e per fortuna viaggio parecchio per rubare idee guardando paesaggi e opere d’arte”.


Ha mai sognato il personaggio di una delle sue storie dopo averlo inventato?

“Sì, spessissimo. Diciamo che i miei personaggi non mi abbandonano mai. Certe volte ci “parlo”…alcuni protestano perché vorrebbero vivere altre storie ma io li richiudo tra le pagine dei libri”.


C’è qualcosa che vorrebbe lasciar detto in questa intervista? Una riflessione, un pensiero, un messaggio, ciò che preferisce, ci dica.

“Scrivere è un processo lungo, doloroso, entusiasmante, deludente, eccitante, commovente, allegro. Scrivere è vivere. Scrivere non vuol dire essere scrittori. Gli scrittori vengono decisi dai lettori. Non tutto ciò che si scrive può trovare un consenso di pubblico, molti giovani desiderano scrivere libri ma prima di avere una consapevolezza della trama è necessario essere umili e capire che un libro non è solo un prodotto commerciale che segue linee editoriali dell’ultima moda (vedi i vampiri, gli angeli, etc etc) ma un romanzo deve contenere idee nuove, creatività e sentimento. Se poi si scrive fantasy allora è fondamentale studiare almeno filosofia e psicologia. Il talento, se c’è, poi fa il resto”.


Il sito dell'autrice http://www.moonywitcher.com/
Il suo blog http://www.moonywitcher.com/blog/

Se qualcuno, per qualsiasi motivo, volesse utilizzare anche solo in parte l’intervista presente in questo post, dovrà chiedere esplicita autorizzazione all’autore che ha fornito le risposte.













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