Intervista a Dino Ticli



Dino Ticli, laureato in geologia, insegna scienze in un liceo, è collaboratore di un Museo di Storia Naturale e autore di numerosi libri per ragazzi. Ha pubblicato con De Agostini, per la collana della Piemme, "Il Battello a Vapore", con le edizioni Messaggero di Padova, l'editore Panorama, le edizioni Città Aperta Junior, con Giunti, con Nuove Edizioni Romane, con Coccole e Caccole, Edizioni Corsare e altre ancora.

Ha ideato la collana dei "Turbo Detectives", Willy e Peo, illustrata da Pierpaolo Rovero e pubblicata da Editoriale Scienza di cui sono usciti tre libri di avventure intrise di intuizioni scientifiche: Hanno rapito i quetzal! Nel 2002, Tutti al circo! nel 2003 e A.A.A. Dinosauro Cercasi nel 2004.

Ha scritto per Lapis due libri di divulgazione scientifica: “Fossili e dinosauri” e “Anche i dinosauri facevano la cacca” (2011). Sempre nel 2011 per Edizioni Corsare “I dinosauri sapevano cantare?”, per Nuove Edizioni Romane “Il furto delle marionette”, per Coccole e Caccole “Il mio padrone non sa abbaiare” e “Anche le nonne volano”, per Il Ciliegio “Ricette pronte in Favola”.

Sul suo sito internet www.letturegiovani.it sono presenti oltre alle descrizioni di tutti i suoi libri pubblicati, una sezione dedicata a racconti e poesie inedite scritte da ragazzi e una sezione in cui raccoglie le fiabe e le favole degli autori più famosi del passato e del presente.

Letture per i giovani di Dino Ticli
Un autore presenta parte della sua produzione di libri per bambini e ragazzi, moltissimi classici e racconti inediti (anche degli utenti).


Come mai ha deciso di scrivere per i bambini e i ragazzi?

Ho scritto anche libri per adulti, anche se la mia produzione è quasi tutta rivolta ai più giovani. Ai bambini che mi pongono la stessa domanda, rispondo che mi diverto di più a scrivere per loro, forse anche perché i grandi sono più “noiosi”. Loro annuiscono e sorridono convinti, tuttavia non è solo una battuta scherzosa visto che i miei rapporti col mondo dei più giovani si realizzano anche nel mio mestiere di insegnante.

Cerco di mettere in ogni libro la mia voglia di vivere e di divertirmi; sento di aver raggiunto il mio obiettivo quando vedo sorridere i bambini che incontro in giro per l’Italia o che immagino divertirsi mentre leggono.

Qual è il racconto che spera un giorno di riuscire a scrivere? Quello che sente vorrebbe raccontare e spera di essere in grado di tirar fuori.
Ogni volta che mi nasce un’idea, mi dedico a essa pienamente, cercando di svilupparla nel miglior modo possibile. E sono convinto che sia molto originale, la migliore che mi sia mai venuta. Ma ne scopro successivamente un’altra e un’altra ancora...

Comunque, mi auguro di scrivere un giorno il racconto più divertente, più appassionante, più ricco di emozioni, più coinvolgente e che rapisca completamente l’attenzione dei lettori come nessun altro libro sia mai riuscito… chissà, forse sarà il prossimo.

Ci racconta quando scrive, il suo tavolo da lavoro e se preferisce la carta o il pc?
Sono molto disordinato. E con questa confessione rendo soddisfatta anche mia moglie che non sopporta, giustamente, il mio caos. Il mio tavolo è ingombro di ogni cosa: libri, carta, pezzetti di carta con appunti di ogni tipo, chiavette per computer, penne, fossili (li studio e ho scritto libri per ragazzi sull’argomento), CD musicali e non, e molto altro che compare e scompare nel tempo. Non mi trovo male nel mio disordine anche se a volte mi viene la tentazione di mettere tutto a posto; sapendo, tuttavia, che non bisogna assecondare troppo le tentazioni, la reprimo rapidamente: in fondo il lavoro di risistemazione mi ruberebbe troppo tempo per cose più interessanti…

Uso sempre il computer per scrivere e archiviare, non potrei farne a meno. Possiedo però diversi taccuini (a volte qualcuno si perde nel mio disordine, per ricomparire tempo dopo) sui quali appunto idee, progetti e qualsiasi cosa reputo interessante quando mi trovo in viaggio.

Ci sono delle consuetudini, situazioni o atmosfere che cerca di ritrovare o ricreare perché aiutano il suo processo creativo?

Il silenzio e la mancanza di distrazioni mi aiutano molto. Quindi, quando posso, esco dalla città e mi reco nella mia casa in montagna dove trovo queste condizioni ideali. E siccome mi piace anche cucinare, passo da un’attività creativa a un’altra.

A volte, metto di sottofondo qualche musica: classica o di cantautori italiani.

Sta lavorando a qualcosa in questo periodo?
Sto scrivendo un romanzo storico ambientato nel medioevo, nel XII secolo. Il protagonista è reale, così come alcune vicende che lo hanno reso famoso (per ora non posso svelare nulla). Purtroppo, il resto della sua vita si è perso “nella notte dei tempi” e poco o nulla è giunto fino a noi; ma proprio per questo diventa un personaggio ideale per un romanzo, dove fantasia e storia possono convivere felicemente.

Ne ho scritto un altro di questo genere, ambientato però nell’antica Grecia: si intitola “La macchina del tuono” e ha per tema il teatro e l’emancipazione femminile. Verrà pubblicato nel 2012 dal Battello a Vapore, così come spero il nuovo che sto scrivendo.

Ha mai sognato il personaggio di una delle sue storie dopo averlo inventato?
Non credo. Non sempre mi ricordo ciò che ho sognato ma, quando capita, non sono presenti miei personaggi. È vero, tuttavia, che spesso nel dormiveglia, quando ancora non sono caduto nel sonno profondo o al mattino, mentre sto per svegliarmi, mi nascono forse le migliori idee. In parole povere, sono quelli i momenti in cui i personaggi vengono a trovarmi, a volte alcuni assolutamente nuovi che si propongono prepotentemente. E non è facile cacciare via i più importuni.

C’è qualcosa che vorrebbe lasciar detto in questa intervista?
Nessuna frase storica o lapidaria: non ne sarei capace, ma non mi piacciono nemmeno molto. Un augurio, invece: che i genitori continuino, anche quando i loro figli sono già molto abili nella lettura, a leggere insieme a loro anche per creare quel clima di complicità e condivisione che aumenta il legame affettivo e crea i presupposti per la nascita di nuovi avidi lettori.

Se qualcuno, per qualsiasi motivo, volesse utilizzare anche solo in parte l’intervista presente in questo post, dovrà chiedere esplicita autorizzazione all’autore che ha fornito le risposte.








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