Intervista a Nicola Cinquetti


Nato a Bussolengo nel 1965, risiede a Pescantina in provincia di Verona.
Laureato in filosofia e successivamente in pedagogia (con una tesi sulla narrativa per ragazzi di Donatella Ziliotto), insegna filosofia e storia in un liceo.
Ha tradotto dal francese testi come “Bisognerà” (Lapis) e “Questa è la poesia che guarisce i pesci” (Lapis) e ha composto i testi di svariate canzoni per Mela Music.
Tra i suoi molti libri citiamone almeno un paio:
 “Sposerò Berlusconi” (Rizzoli) e “La piscia della befana” (Fabbri).

1 Come mai ha deciso di scrivere per i bambini e i ragazzi? 

Anni fa - ne sono trascorsi quasi venti - mi capitò di insegnare italiano in una scuola media. Talvolta, quando assegnavo compiti scritti ai miei alunni (descrizioni, racconti, temi), li eseguivo anch'io e li leggevo in classe, per offrire loro un materiale di confronto. Scoprii che i miei testi piacevano. Scoprii di avere, per così dire, una naturale inclinazione per la letteratura infantile.

2 Cosa le piace e cosa non le piace della scrittura?

Mi piace la libertà di creare, la possibilità di mettere al mondo personaggi, storie e mondi, senza altri vincoli se non il mio gusto personale. Per poi scoprire che, magari, le mie creature possono piacere anche ad altri.
D'altra parte, non c'è nulla che non mi piaccia - della scrittura. Le stesse difficoltà, i problemi che si incontrano nella composizione o nell'espressione, appartengono a quanto mi appassiona.

3 Ci racconta quando scrive e il suo tavolo di lavoro? Preferisce la carta o il pc?

Scrivo quando ne ho occasione, meglio se di mattina. Il mio tavolo da lavoro è un grande tavolo ikea, color frassino. Accanto allo schermo, un Pinocchio in ceramica, seduto a cavalcioni sulla balena.
Scrivo solo al computer, perché mi permette di mantenere sempre pulito il foglio nonostante le infinite modifiche e riscritture.

4 Ci sono delle consuetudini, situazioni o atmosfere che lei cerca di ritrovare o di ricreare perché aiutano il suo processo creativo?
A volte metto su un po' di musica, ma a me purtroppo piacciono ancora i cantautori italiani, quegli degli anni '70 (De Gregori, Vecchioni, Camerini, Ivan Graziani...), per cui succede che le loro parole si confondono con le parole che vado scrivendo, e finisce sempre che spengo tutto.

5 Si affida alla disciplina o all’ispirazione?
Se si tratta di lavori particolari, come nel caso della biografia dell'infanzia di Leopardi (La piscia della befana), procedo con metodo e rigore nella ricerca delle fonti, nell'organizzazione del materiale e via dicendo. Se si tratta di poesia o narrativa, la disciplina non so cosa sia.

6 A cosa sta lavorando in questo periodo?
È uscito in questi giorni Pilotto (Rizzoli), un piccolo romanzo di fantasia per bambini. Ora, invece, sto terminando la stesura di un testo per un albo che uscirà per le edizioni Arka e sarà illustrato da Bimba Landmann. L'estate prossima, se l'ispirazione mi sosterrà, mi dedicherò alla scrittura di un nuovo libro per bambini, un'altra storia di pura fantasia.

7 C’è qualcosa che vorrebbe lasciar detto in questa intervista?
   Una riflessione, un pensiero, un consiglio da condividere, ci dica.

Pensando alla bella Trieste - e allo stesso nome del suo blog - vorrei suggerire la rilettura di un piccolissimo libro che ho sempre amato: Il maestro Bora, di Donatella Ziliotto. E magari, della stessa Donatella, Un chilo di piume, un chilo di piombo, con quelle corse sui pattini per le vie della città resa deserta dagli allarmi che annunciavano i bombardamenti...

Se qualcuno, per qualsiasi motivo, volesse utilizzare anche solo in parte l’intervista presente in questo post, dovrà chiedere esplicita autorizzazione all’autore che ha fornito le risposte.

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