Foglie al vento! Intervista ad Elisa Paganelli che ha illustrato La Casetta di Anna.
Questo
albo è davvero ricco di dettagli che ti fanno immergere in un mondo direi
riappacificante. Quale tocco personale ci hai messo per rendere ogni pagina
così accogliente?
Innanzitutto
grazie mille per questo feedback. Devo confessare che quando lavoro ad un
progetto esprimo ciò che io stessa vivo nel leggere la storia. Non posso quindi
dire che ci sia uno sforzo consapevole nel rendere un’illustrazione più o meno
accogliente, si tratta forse più di una spontanea interpretazione della storia
mescolata al vissuto personale e alla ricerca stilistica del momento.
Ci racconti il tuo modo di approcciarti a un testo nuovo che
dovrai illustrare?
Ogni volta
che inizio a lavorare ad un nuovo progetto lascio che sia la parola scritta ad
ispirarmi, cercando di immedesimarmi negli stati d’animo dei personaggi, ed
individuando alcuni punti chiave della storia. Ne La Casetta di Anna il vento è
stato l’elemento fulcro, che ho voluto rappresentare in ogni tavola attraverso
il dettaglio delle foglie le quali vanno a mescolarsi con i fiori mano a mano
che sboccia la consapevolezza della piccola Anna.
Hai dei colori preferiti?
Non ho dei
colori preferiti ma da qualche tempo sto concentrando la mia ricerca sulle
tonalità di blu.
Dei piccoli riti portafortuna, delle atmosfere o degli
accorgimenti che non possono mancare affinché il lavoro creativo proceda bene?
Per me è
fondamentale riuscire a pulire la mente, lasciare fuori dalla porta tutto ciò
che non mi è utile in quel momento. Generalmente il tutto si traduce nel
cercare una sorta di vuoto anche intorno a me: ripulisco la sempre incasinata
scrivania, accendendo un incenso e preparo una tazza di tè. Una sorta di punto
zero che segni l’inizio del processo creativo.
Com’è la stanza in cui lavori, la scrivania, da cosa sei
circondata?
Da qualche
tempo mi sono trasferita nel Regno Unito e ho dovuto un pochino adeguarmi agli
ambienti disponibili. La mia postazione è diventata quindi il tavolo del
living, posizionato di fronte ad una vetrata che illumina la stanza.
Poter vedere
fuori ed essere circondata da piante, sia dentro che nel giardino per me è
fondamentale. In più ho sempre vicino i miei fantastici assistenti a quattro
zampe (3 cani e 2 gatti).
Preferisci la musica o il silenzio?
Dipende
dalla fase del momento. In fase creativa il silenzio è d’obbligo, sempre in
riferimento al famoso vuoto di cui sopra. Quando invece si passa alla fase più
operativa allora via libera all’ascolto di musica, documentari, serie tv.
Mi piace
lasciare che le cose vadano da sé ma, confesso che al momento vorrei continuare
ad illustrare la natura in tutte le sue forme. Il desiderio più grande rimane
lavorare a qualcosa che possa essere utile non solo per la gradevolezza del
progetto in sé ma che abbia un risvolto nel concreto: progetti con temi sociali
(mental illness e simili), sostenibili e/o ambientali.
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